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carlo guaita

   
Untitled (Plots), 2003
oil on canvas
24 x 18 cm
Untitled (Plots), 2003
oil on canvas
25 x 20 cm
Untitled (Plots), 2003
oil on canvas
35 x 30 cm
 
Senza titolo (Trame), 2003
olio su tela
24 x 18 cm
Senza titolo (Trame), 2003
olio su tela
25 x 20 cm
Senza titolo (Trame), 2003
olio su tela
35 x 30 cm

 

 

Exhibitions (selection)
1988 Aperto 88, the International Art Exhibition, Venice Biennial,
1994 Alphabetica at the Biblioteca Nazionale, Florence
1994 Di carta e dall’altro, Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, C.I.D. Visual Arts, Prato
1994 Solo exhibition, Galerie Ewerbeck, Cologne
1995 Riga Italia, Galleria Continua, San Gimignano
1998 Due o tre cose che so di loro, Pavilion of Contemporary Art (PAC), Milan
1998 In a glance, Faggionato Fine Arts, London
1998 Galerie Bernard Bouche, Paris
2000 Abitanti at Palazzo Fabroni, Pistoia
2000 Enciclopedia Incerta, at the Galerie Bernard Bouche, Paris
2003 Counterpoint was a personal exhibition at SRISA, Florence

 

 

 

The painting is crossed by brush strokes that form paths or lines creating a stylistic tension that is imposed as a desire for liberation.

Guaita writes, “The pressure for liberation is found by working continually between restriction and outward force. Concentrating on the problem of limits represents a leaning towards infinity that can only be truely shown by its opposite.” The rigour of the form underlies the aim of the work itself, “... I talk of prison and freedom, always of this balance between plans and something more casual, or between an element that is structural, such as the grid, and an element that is more epidermal, such as colour.”

Revealing itself, the work shows the structural limits of the material but also offers the means of overcoming them conceptually, “... there is often a mathematical sequence in my plans, but at the same time the sequence is broken. My work continually creates limits and continually wrecks them.”

Carlo Guaita was born in Palermo,1957 and he lives and works in Florence.

 

 

 

I monocromi individuano una pittura ripartita dai passaggi del pennello a creare tracciati, percorsi, dove la tensione stilistica si afferma come desiderio di affrancamento.

“É attraverso questo lavoro - scrive Guaita - continuo tra limitazione e forzatura che si afferma la spinta alla libertà. Una concentrazione sul problema del bordo rappresenta una propensione verso l’infinito, che può essere indicato solo dal suo contrario” . Il rigore della forma sottende l’aspirazione dell’opera stessa, “parlo di prigionia e di libertà, parlo sempre di questo equilibrio tra il progetto e qualcosa che è di più casuale, oppure fra un elemento che è più strutturale, come la griglia, e un elemento più epidermico, il colore.”

L’opera mostrandosi presenta in nuce i limiti strutturali della materia stessa ma offre anche gli strumenti per superarli concettualmente, “…nei miei progetti c’è spesso una sequenza matematica e nel contempo la forzatura di questa sequenza matematica, un lavorare creando continuamente dei limiti e continuamente scardinandoli.”

Paolo Guaita nasce a Palermo nel 1957, vive e lavora a Firenza.