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Cresci
had
important individual exhibitions from 1984 to 1987 at the Salvatore Ala
Gallery, New York and Milan. In 1986 he participated in the 42nd International
Art Exhibition, Venice Biennial, Arte e Alchimia. The works he
produced in this period were on canvas and figurative in style using mainly
organic paints and watercolours to create almost evanescent images in
clear transparant tones. A work exhibited at his first one-man exhibition
at the Galleria Ala was a watercolour on canvas, a leaf of pure colour
– simple pigment diluted in water. This gave rise to the cycle Colorazioni
– paintings where pure colours seems to move lightly across the
surface.
In
the late 1980s he produced a cycle named Fisico. These works on
cellulose emphasised a physical element that had its origins in the ethereal
nature of his earlier works. Linear contours of small stones developed
into larger, thicker outlines like pathways until they covered the lower
part of the walls of the artist's studio.
The
exhibition Orizzonti was held in the Galleria Schema, Florence,
in 1994; in 1995 Aperto Italia '95 was in Trevi; Il formaggio
e i vermi was in Palazzo Casali, Cortona, in 1996. The work in this
present exhibition appears to be a long and tortuous journey to capture
light – light in the sense of illumination that achieves an intensely
significant impact.
In
1997 and again in 2000 in the exhibition Dopopaesaggio figure
e misure del giardino Cresci photographed flowers, transferred them
to cellulose and, with the colour stuck to the rough surface, he arranged
the flower corolla on the walls of Castello di Santa Maria Novella in
Certaldo.
In
1998 he participated in the group exhibition Au rendez-vous des amis:
Identità e opera at the Centro per l'arte contemporanea Luigi
Pecci, Prato. The exhibition Bù (Boo!) was held in the same
year at Palazzo delle Papesse in Siena. For this exhibition the artist
created a niche by knocking down the wall of a closet and placed thrones
inside it, with a crown and sceptre alongside, turned towards a lamp located
inside the opening, thus projecting shadows across the room and creating
an evocative atmosphere. Once more we have the idea of light as the power
of revelation, a manifestation of the sacred element of art.
In
the second edition of Dopopaesaggio figure e misure del giardino
in 2000, Cresci presented a work that was rare and preciously delicate
in form. He buried a pumpkin seed cast in gold near to the entrance of
the castle, giving it the title Né colui che pianta né
colui che innaffia è qualche cosa, ma chi fa crescere conferming
the deeply personal aspect of his work, a religious dimension that makes
use of vision, gesture, daily habit, and finds its aesthetic expression
in art.
In
2002, in his exhibition at the Galleria Biagiotti in Florence, he returns
to the intricate journey towards the idea of light, an initiatory progress
towards origins that are seen as the essence, a confirmation of life and
an aesthetic understanding of art. This leads through many rooms and areas
of study where we find weapons made of cellulose, the concept of struggle
made physical, to arrive, finally, at the seed of gold.
Fabio
Cresci was born in Marcignana near Florence, 1954, where he lives and
works.
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Nel
1982 si diploma all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, dal 1984
al 1987 ha tenuto le principali mostre personali presso la Galleria Salvatore
Ala di New York e di Milano. Nel 1986 partecipa alla XLII Biennale di
Venezia, Arte e Alchimia; la produzione di questi anni vede la
lavorazione di tele di stampo figurativo utilizzando soprattutto colori
vegetali e acquerello, a creare immagini quasi evanescenti di limpide
trasparenze tonali. Il lavoro esposto alla sua prima personale alla Galleria
Ala era un acquerello su tela, una foglia di colore puro, pigmento diluito
in acqua. Da qui il ciclo Colorazioni quadri dove il pigmento puro
sembra muoversi leggero sul supporto.
Della
fine degli anni ’80 è il ciclo di opere Fisico, lavori
su cellulosa, a sottolineare una fisicità originata dalla etereità
dei lavori precedenti, profili lineari di piccole pietre diventano linee
ingigantite, traiettorie, fino a coprire la zona inferiore dei muri dello
studio dell’artista.
Nel
1994 è la mostra Orizzonti, alla Galleria Schema di Firenze;
nel 1995 Aperto Italia’95, Trevi; Il formaggio e i vermi,
Palazzo Casali, Cortona nel 1996. L’opera presentata per quest’ultima
mostra sembra essere un lungo e tortuoso cammino alla conquista della
luce, intesa come illuminazione, dall’impatto estremamente suggestivo.
Del
1997 e poi 2000 la mostra Dopopaesaggio figure e misure del giardino,
dove l’artista fotografa fiori e li traspone sulla cellulosa, il
pigmento si fissa sul supporto ruvido, e successivamente dispone le corolle
sulle pareti del Castello di Santa Maria Novella, Certaldo.
Nel 1998 partecipa alla collettiva Au rendez-vous des amis: Identità
e opera, presso il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci,
Prato; è dello stesso anno anche la mostra Bù!, Palazzo
delle Papesse Centro Arte Contemporanea Siena. L’artista per questa
mostra ha creato una nicchia, facendo abbattere un muro di un ripostiglio,
ha collocato all’interno dei troni, con accanto una corona e uno
scettro, rivolti verso una lampada posta nella cavità, ombre si
proiettano su tutto lo spazio a disegnare un’atmosfera evocativa,
torna l’idea della luce intesa come potere della scoperta, manifestazione
del sacro che investe l’arte.
Nel
2000 Fabio Cresci propone, alla successiva edizione di Dopopaesaggio,
un lavoro dalla delicatezza preziosissima del gesto, egli sotterra un
seme di zucca fuso in oro nei pressi della porta del castello, dal titolo
Né colui che pianta né colui che innaffia è qualche
cosa, ma chi fa crescere, a conferma di una forte connotazione intima,
propria dei suoi lavori, una dimensione del sacro che avvalora il gesto,
la visione, la consuetudine quotidiana, e che vede nell’arte la
sua estrinsecazione estetica.
Del
2002 è la sua personale alla Galleria Biagiotti di Firenze, ritorna
il cammino sensibile verso l’idea di luce, processo iniziatico verso
i luoghi del principio, inteso come forma essenziale, affermazione di
vita e consapevolezza estetica di arte. Da qui un percorso attraverso
più stanze, luoghi di ricerca, dove incontriamo armi in cellulosa,
fisicizzazione del concetto di lotta, per arrivare, infine, al seme d’oro.
Fabio
Cresci nasce a Marcignana, in provincia di Firenze, 1954, dove vive e
lavora.
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