Exhibitions
(selection)
1993 Incontri, d’Arte at the Primo Conti Foundation,
Fiesole
1994 Quindici ritratti in rosso fiorentino Galleria Genius, Pistoia
1994 Immani(a)zione Palazzo del Podestà, Montevarchi
1996 Viaggio a Oriente, Chiostro dell’Ammannati, Florence
1998 Rittra(a)zione at Galleria La Corte, Florence
1999 Doppiosogno at Villa Romana, Florence
2002 Carlo Cantini. Un percorso nel tempo 1970-2000, Marino Marini Museum
in Florence
2003 Il giardino degli incontri, Villa Grappoli, Pistoia
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His
varied artistic career began by learning the art of photo-engraving and
was followed by a period as a journalistic reporter, though this did not
last long as this aspect of photography did not sufficiently communicate
his innermost feelings.
His
next step was to open a studio in the area of Santo Spirito in Florence;
he came into contact with artists and not only photographed their works,
but also rediscovered, visually, the fascination of artistic creativity.
His works always present a highly personal interpretation of the artistic
and ideological movements of the moment; in the Pop era, for example,
the backgrounds of the photos were flat, thus creating strong chromatic
contrasts.
In
the '70s he participated in the theatrical events organized by Aldo Ristagno,
using images on slides of shots taken before the performance and then
projected in a rapid sequence, thus developing the concepts of Living
Theatre. In the 1980s he returned to the use of colour, working with the
mythical figures of Achilles and Cassandra, their features often blurred
and transformed by placing a cement-framed block of glass in front of
the lens.
His
successive works reconcile a conceptual urgency with the use of very pure
images in balanced compositions, obtained by placing objects on mirrored
surfaces or in photographs where human bodies are reflected in similar
bodies that, even if in different positions, formally and conceptually
represent an inseparable double in a single equilibrium.
A
series of thematic cycles follows, such as the flowers and fruits, dried
and withered by time, the photos taken in Africa – rapid travel
notes formed by impressions and recordings of different palm leaves; the
black and white close-up portraits taken in and around Villa Romana. In
these we can sense a kind of religious silence, as if watching the world
was a ritual, what Cantini defines as the detachment of emotions, “observing
the world” he writes, “eliminating noise until all its numerous
harmonies can be heard.”
The
work he presents at Uscita Pistoia is a return to the '70s, to
the artists that Carlo Cantini worked with and to Remo Salvadori in particular.
The intense and productive collaboration between the two included a series
of photos taken between ’74 and ’75 at the Hotel Porta Rossa
in Florence. The idea of action constituted the purpose of the initiative,
the photos presented meaningful speed, Salvadori’s movements as
he moved objects or changed the furnishings around, creating images similar
to sequences in an experimental film. This artistic collaboration continued
in the studio of Salvadori with a further cycle of works, an additional
indication of a close harmonious understanding between two artists and
their work.
Carlo
Cantini was born in Florence, 1936, where he still lives and works.
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La
sua carriera artistica, ricca di esperienze, vede la sua prima formazione
nell’ambito della fotoincisione, successivamente si è dedicato
all’attività di fotoreporter, non per non molto tempo, poiché
quest’ultimo aspetto della fotografia non traduceva esaustivamente
il suo sentire intimo.
Il
passo successivo fu l’apertura dello studio in Santo Spirito Firenze;
entrò in contatto con diversi artisti, non solo fotografò
i loro lavori ma ripercorse visivamente la suggestione della creazione
artistica. I suoi lavori, avvalendosi sempre di una personalissima interpretazione,
hanno testimoniato costantemente le espressioni artistiche e ideologiche
del proprio tempo, ad esempio, in clima Pop, le foto presentavano campiture
piatte a creare forti contrasti cromatici.
Negli
anni Settanta partecipa alle operazioni teatrali di Aldo Ristagno, lavora
ad immagini in diapositiva, di foto scattate prima degli spettacoli, poi
proiettate in una sequenza serrata, elaborando le suggestioni del Living
Theatre. Negli anni Ottanta l’artista recupera il colore, il mito,
attraverso le figure di Achille e Cassandra, spesso con i contorni sfumati
e alterati dall’uso di una mattonella di vetro-cemento posta davanti
all’obiettivo.
I
lavori successivi armonizzano insieme una urgenza concettuale con l’uso
di immagini purissime di composizioni equilibrate, ottenute dall’appoggiare
oggetti su superfici specchianti, o in fotografie dove i corpi umani riflettono
se stessi attraverso altrettanti corpi che, anche se in posture diverse,
ne costituiscono formalmente e concettualmente il doppio inscindibile
di un unico equilibrio.
Nei
cicli tematici seguenti come nella frutta e fiori spenti ed avvizziti
dal tempo, nelle foto scattate in Africa, intese come appunti veloci di
viaggio attraverso le impressioni e le registrazioni delle diverse foglie
di palma; nei ritratti in primo piano di volti in bianco e nero, negli
ambienti di Villa Romana; avvertiamo una sorta di sacrale silenzio, come
se il guardare il mondo fosse un rito. É ciò che Carlo Cantini
definisce distacco dalle passioni, “osservare il mondo - scrive
l’artista - azzerando il rumore, affinché siano udite le
sue innumerevoli armonie.”
Il
lavoro presentato ad Uscita Pistoia ci rimanda agli anni Settanta,
agli artisti che Carlo Cantini frequentava, e tra questi Remo Salvadori.
La collaborazione intesa e proficua tra i due, vide il realizzarsi di
una serie di scatti, tra il ’74 e ’75, all’Hotel Porta
Rossa, in Firenze. L’idea di azione costituiva il fine dell’operazione
stessa, le foto racchiudevano velocità espressive, gesti condotti
da Salvadori nel momento in cui spostava oggetti, cambiava la sistemazione
di un arredo, immagini molto vicine alle sequenze di un film sperimentale.
La collaborazione artistica proseguì, in un ciclo di lavori successivo,
nello studio di Remo Salvadori, come descrizione, ulteriore, di un comune
sentire intimo tra due artisti e la loro arte.
Carlo
Cantini nasce a Firenze nel 1936, dove attualmente vive e lavora.
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