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giuseppe alleruzzo

   

Cupboard with portraits, 2003
steel and glas elaborated by hand
150 x 120 x 40 cm
Credenza con ritratti, 2003
ferro e vetro dipinti
cm. 120 x 150 x 40

Exhibitions   (selection)
1997   Proiezioni d’arte at the Fortezza S. Barbara, Pistoia
1997   Mediterraneo in Turin
1998   Spazio Grafio, Prato
2001   Abitanti at Palazzo Fabroni Contemporary Visual Arts, Pistoia
2002   Libre at the Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato.

 

 

 

In the works exhibited by the artist in his studio the intelligible substance of objects is annulled, reducing perception so that the space, the emptiness can be sensed. The works reveal a sophisticated conceptual introspection, a rigorously pure form, an absolute lightness that is only apparant; there is a continual dialogue, a ceaseless investigation into the principle of form and substance.

The works are like containers presented with their meaning removed, this being the demiurgic act of the artist who decides the semantic quality of the objects. Art therefore becomes not only extrication of the content, but also a furtive act capable of detracting sense and purpose from the objects; the intention is not only to reveal, but to remove, to leave the underlying structures quite bare in a process of lucid observation.

Left, as a result, without any purpose, the structures highlight the cognitive power of the artist’s action, his capacity to identify and determine a limit, an ability not to be bound by any deep knowledge, by any image founded on meaning, demonstrating that gravity holds the secret of lightness.

Alleruzzo was born in Villa San Giovanni (Reggio Calabria) in 1961

 

 

 

Nei lavori che l’artista espone nel suo studio la sostanza intelligibile delle cose è risucchiata via, annullata, minimizzando la percezione, pronta ad accogliere la mancanza, il vuoto, l’idea di ciò che dovrebbe essere. L’eleganza del lavoro è sofisticata introspezione concettuale, purissimo rigore della forma, leggerezza assoluta ma solo apparente, l’opera è un dialogo continuo, una investigazione incessante sul principio di forma e di sostanza.

I lavori si rivelano come contenitori che fanno mostra di se stessi privati del loro senso, è il gesto demiurgico dell’artista che determina il valore semantico degli oggetti. L’arte non è ora solo estrinsecazione di contenuto ma anche atto furtivo, in grado di sottrarre senso e finalità agli oggetti stessi; il senso di quest’ultima non è solo nel mostrare ma nel togliere, nel lasciare nude le strutture sintattiche attraverso un processo di lucida osservazione.

Le strutture, ormai prive di finalità, sottolineano il potere conoscitivo del gesto dell’artista, la sua capacità di individuare e precisare un limite, la capacità di non legare mai nessuna conoscenza profonda, nessuna immagine a schemi di senso, dimostrando che la gravità contiene il segreto della leggerezza.

L’artista nasce a Villa San Giovanni (RC) nel 1961